A cura di Umberto Rossini
IMPORTANTI MOVIMENTI INVERNALI AGLI ALTI PIANI DELL’ ATMOSFERA: un anomalo e importante riscaldamento sta prendendo forma nell’alta stratosfera. Si tratta verosimilmente di una manovra che porterà a fare i conti con un importante azione dinamica, capace di plasmare la circolazione troposferica delle prossime settimane. Con il termine “stratwarming” si intende un anomalo e improvviso riscaldamento della stratosfera terrestre, processo che prende seguito da una serie di forze capaci di rilasciare calore, nel gergo note come forze dissipative. Rispetto alla troposfera, quest’ultimo strato è costituito da area estremamente rarefatta, di conseguenza i processi legati alle forze dissipative quali l’attrito, in condizioni “standard” sono più blandi all’aumentare dell’ altitudine. A sua volta, per una maggiore chiarezza distinguiamo due diverse tipologie di stratwarming, uno (minor) e uno più intenso (major), senza addentrarci troppo in tecnicismi e per favorire una maggiore comprensione ai nostri lettori, sottolineammo come quello in corso stia evolvendo verso un riscaldamento di tipo major (MMW). Codesto primario riscaldamento fungerà da agente iniziatore (con effetti più marginali in troposfera), un secondo riscaldamento sembra invece prendere piede intorno a metà mese (questa volta gli effetti potrebbero essere più importanti con un probabile maggior interessamento della troposfera).
Questo processo è di tipo attivo e richiede quindi un costo di energia decisamente elevato, gli effetti principali di tali eventi vertono alla genesi di un netto disquilibrio delle forze, mediante la costruzione di intensi gradienti (termici, barici e rotazionali). Qui urge fare un doveroso chiarimento, va infatti detto che normalmente i processi naturali, tendono a spendere meno energia possibile, in accordo ai principi della termodinamica, percorrendo sempre quella strada che porta ad un rapido raggiungimento dello stato di equilibrio. Notiamo quindi che lo stratwarming per alcuni versi inverte il normale “satus atmosferico”, andando contro corrente e perturbando il naturale equilibrio grazie alla nascita di codesti gradienti, prevalentemente di tipo verticale. D’altro canto l’atmosfera è un sistema tridimensionale , pertanto le masse d’aria non solo sono capaci di muoversi orizzontalmente ma anche di farlo verticalmente e di ruotare, numerosi meccanismi prendono infatti luogo da quest’ultima capacità.
CORRELAZIONI STORICHE: non sono ancora chiari i meccanismi che portano al fenomeno suddetto, pare tuttavia che due siano le cause principali, l’attività solare e il trasporto verticale legato all’azione di onde planetarie. Il fenomeno è ancora in fase di studio, non solo per capirne le cause ma anche per comprendere sempre più gli effetti. La letteratura insegna che le ondate di gelo più significative in Italia hanno preso forma dopo un intenso riscaldamento stratosferico, vale infatti la pena citare il 1956, 1985 e 2012, anni in cui una netta propagazione in troposfera ha dato vita ad eventi gelidi e nevosi degni di nota. Tuttavia è bene precisare che la maggior parte delle volte la Calabria ha vissuto nevicate importanti anche e solo con locali dinamiche troposferiche, quindi attenzione, non stiamo assolutamente dicendo che per le grandi nevicate in Calabria è necessario un evento di questo tipo. Quindi, non sempre vi è una netta correlazione fra stratwarming, area geografia e ondate di gelo, sia per una limitata comprensione del fenomeno sia per l’estrema variabilità dello stesso.
ANALISI TELECONNETTIVA: nelle prossime righe vogliamo provare a descrivere il quadro teleconnettivo attuale per poi abbozzare quella che a nostro parere potrebbe essere la dinamica prevalente a medio-lungo termine. Con tutta la cautela e la prudenza del caso, noi di meteocalabria.net, vogliamo provare a fornirvi un anticipo di tendenza invitandovi però alla riflessione e sottolineando che che quando si ha a che fare con il futuro più lontano, ogni impresa diventa ardua, pertanto non escludiamo un errore anche notevole della tendenza in calce. Non prendete pertanto decisioni importanti in base a questa tendenza.
QBO: l’ultimo ciclo quasi-biennale, continua a mostrare una condizione di netta anomalia, si tratta pertanto di un andamento nuovo, che merita di essere studiato nei prossimi mesi. La tendenza vira ad una graduale negativizzazione nel corso delle prossime settimane.
ENSO: dopo una stagione estiva che mostrava caratteristiche evolutive verso una Nina-strong, la situazione ha visto una graduale mitigazione nel corso dell’autunno, permane uno stato di Enso negativo e relativa Nina moderata. Condizioni di stratwarming intensi e Nina moderata-forte sono generalmente rari.
ATTIVITA’ SOLARE: la comparsa di nuove macchie solari nelle scorse settimane, ha delineato l’avvio verso un nuovo ciclo.
Vortice Polare: In fase precoce abbiamo assistito ad un netto approfondimento zonale ascritto ad un raffreddamento radiativo importante. Stratosfera e troposfera viaggiavano pertanto per versi simil-opposti, seppur nella tendenza precedente davamo possibile un eventuale ritardo di fasi fra l’una e l’altra e non attendevamo un estremo raffreddamento stratosferico (effettivamente il condizionamento del NAM+ non è stato raggiunto). Un notevole riscaldamento stratosferico (probabilmente di tipo Major, raggiungerà gli apici introno all’Epifania), in tal contesto attendiamo un displacement, con trasporto antizonale rapido dalla stratosfera verso la colonna troposferica. L’inerzia della troposfera al primo evento di richiamo dalle alte quote, può essere, secondo noi, correlata un’intensa stagione tropicale (numero notevole di uragani). Al diminuire di questo valore soglia, abbiamo assistito, infatti, ad una troposfera via via più reattiva che provava a perturbare il vortice polare stratosferico (seppur la correlazione non trova evidenze univocamente nette in campo scientifico). Altro fattore importante l’indice di stress glaciale, con una stagione partita decisamente sottotono in riferimento ai ghiacci artici. L’azione iniziale tutta a carico della prima onda planetaria e successivamente attraverso l’interazione della seconda, ha generato un netto disturbo stratosferico. Disturbo che come detto sarà di tipo major ma che non evidenzierà uno split vero e proprio del vortice polare. Dinamica che quindi si delinea di tipo displacement.
Un secondo riscaldamento stratosferico avrà luogo nelle prossime settimane con conseguenze più importanti per quanto concerne la seconda parte di Gennaio (POSSIBILE EVOLUZIONE VERSO UNO SPLIT).
ALTA PRESSIONE RUSSA DA RECORD: vale la pena citare la costruzione di un robusto campo anticiclonico russo-siberiano, con valori record fino a 1095 hPa. Si tratta ovviamente di un anticiclone termico, con temperature decisamente basse (Fino a -70°C).
NAO: rimangono incertezze degne di nota in merito a quest’ultimo, attualmente esso mostra un andamento decisamente negativo, successivamente un ripristino della vorticità sul comparto candese potrebbe favorire una mitigazione del parametro, la MJO lascia invece intravedere un andamento positivo. Noi crediamo che a livello Europeo, l’azione dell’anticiclone russo potrebbe influenzare decisamente la “storm track”, con zonalità ridotta e possibili affondi gelidi retrogradi.
SINTENSI DI TENDENZA ATTESA FINO A METÀ FEBBRAIO: non ci attendiamo particolari scossoni fino al 18-20 Gennaio con eventi piuttosto blandi, al massimo qualche giorno di freddo e locali fenomeni nevosi occasionalmente fino a quote medie, con la possibilità concreta di richiami miti prefrontali.
Stando alla nostra analisi il cambio di scenario dovrebbe avvenire nella fase intorno al 18-20 Gennaio, quando masse d’aria gelida di natura polare continentale o artico-continentale potrebbero interessare a più riprese il bacino del Mediterraneo, anche a latitudini più basse rispetto al pattern attuale, quindi con un possibile coinvolgimento della Calabria fra la terza decade di Gennaio e la prima metà del mese di Febbraio.
Ricordiamo umilmente che questa tendenza potrebbe essere soggetta a variazioni anche sostanziali e che l’attendibilità previsionale si riduce già dal quarto, quinto giorno.
Lavoro grafico a cura di Salvatore Madia.
FONT: Meteocalabria.net e Calabrianews24.com.